“In un momento, come quello attuale, nel quale le avanguardie sembrano segnare il passo, consumate dalla loro stessa incapacità di definirsi e di documentarsi con convincenti testimonianze, il recupero (sempre più frequente) alla cronaca di linguaggi assolutamente legati alle tecniche tradizionali d’espressione avviene, occorre dirlo, soprattutto nei giovani più preparati e sensibili. E Maurizio Piovan è uno di questi giovani: ricco di umori, vivo; avvertito su quanto succede attomo e, soprattutto, interamente convinto sulle possibilità del suo discorso che è quello di un artista che intende guardare dentro alle cose per ritrovarvi il loro rapporto con il di fuori.
« Ricoprire» gli oggetti nello spazio che li circonda significa per Piovan, infatti, intuire i termini di un modo nuovo di dire e di proporre il proprio messaggio. Un messaggio, si noti, che ha le parole «nuove» di un racconto formale e cromatico del tutto inedito, anche se legato, sia pure con filo sottilissimo, ad un modo di costruire le immagini che è tutto «veneto».
A queste immagini, però, Piovan dà una personale interpretazione e riproposizione grafica sostanziata dalla estrema sensibilizzazione dei contesti ottenuta attraverso l’accaloramento dei toni. Strutturare le immagini in rapporti inediti con gli elementi di contorno, ridurre le scelte coloristiche ad una ristretta tavolozza per non creare disturbate contrapposizioni, ed, infine, proporre intuizioni formali del tutto originali: questi i punti su i quali si appunta la giornaliera ricerca di Piovan per il quale ogni conquista è sempre un momento di attenta verifica di tutto il lavoro passato.
Il Piovan di oggi, in ogni modo, non è certamente giunto a quelle scelte «definitive» oltre le quali difficilmente un artista riesce a superarsi. Piovan ha ancora tante cose da dire; e che queste cose premono su di lui è agevolmente leggibile in ogni sua più recente opera nella quale emerge una tensione narrativa che è segno inequivocabile della presenza nell’artista di stimoli e sollecitazioni che domani saranno il preziosissimo terreno di indagine per questo pittore sul quale la critica non potrà non soffermarsi sempre di più.”
Giuglielmo Gigli